domenica 21 ottobre 2012

Salve sessantanove visite a questa pagina.
Mi sono accorta di due cose, durante la mia assenza che, immagino, sarà mancata a ben poche persone. Mi sono accorta che:
a) l'altra volta avevo scritto un lunghissimo post, che avevo chiamato 'Terzo capitolo della mia vita'. Per uno strano scherzo di Blogger, non me l'ha pubblicato. Peccato, perchè ci tenevo. Pazienza.
b) questo blog, una volta letti i due brevi capitoli che, un po', mi descrivono, suona abbastanza triste. Depresso e, anche, forse, rassegnato.
Ho scritto il primo 'capitolo' in un momento morto della mia vita, in un momento in cui mi sentivo sola, non capita, non considerata, non interessante.
Immagino sia una sensazione comune per gli adolescenti.
Quell'onnipresente senso di inadeguatezza che tanto scandisce le vite dei ragazzi che vogliono sentirsi diverso.
Pensai di fare un blog.
Un po' perchè mi piace scrivere (anche se scrivere su dei tasti di plastica non sarà mai la stessa cosa che farlo con una penna in mano, un foglio spiegazzato sotto di te e le dita macchiate di inchiostro); un po' perchè si sentono, in giro, storie di ragazzi e ragazze scoperti da importanti ( ma non necessariamente) case editrice, pezzi grossi (e piccoli) nel mondo della scrittura. Magari speravo capitasse anche a me.
L'ho scritto perchè si legge, nelle biografie degli scrittori, di quando questo gestiva un blog su internet, o scriveva, già in giovane età, nel giornale della scuola o in quello del paese.
Forse questa ambizione egocentrica e molto irrealistica di arrivare a diventare una scrittrice che possa avere nella biografia 'Da adolescente gestiva un blog letto da 69 persone' mi ha spinto ad iniziare il tutto.
Nel secondo, mi sentivo spersa. Infilata a forza nelle vicende di qualcun'altro; vicende che ero costretta a vivere.
Il terzo l'ho passato a raccontarvi una vicenda che mai sarà conosciuta da voi, eprchè Google me l'ha eliminata.
Il quarto l'ho impiegato per raccontarvi la deprimente storia dei precedenti tre.

Ps. La malattia sta peggiorando, ma non penso interessi a voi posteri .

venerdì 7 settembre 2012

Ben dodici persone hanno letto il mio primo post.
Mi sento abbastanza importante, a dire la verità, eheh.
In realtà avevo aggiornato per raccontarvi la storia ricca di pena di mio cugino, S.
Ha diciannove anni, bocciato tre volte, libero dalla scuola da ben un anno.
Gli mancano tre anni per prendere la maturità.
E' strano come, a volte, la scuola dia un senso alla vita.
Cosa molto poetica e apparentemente ipocrita, ma io penso sia vero.
Pensate a cosa fareste se non andaste a scuola. O a lavoro, fate voi.
Anche se la scuola.. Ma io ero venuta qui, a postare, per raccontarvi della storia di mio cugino.
Sua mamma, C., è separata da due anni, e da circa sei mesi si è fidanzata con un altro uomo, L., altrimenti detto Swiffer.
Poco male, i soprannomi non sono banditi.
Da due anni, S. ha cominciato a manifestare dei problemi strani.
Si agitava, ha abbandonato un lavoro che mio babbo era riuacito a fargli ottenere con molta fatica, e alla fine è andato a lavorare nella pizzoteca di sua mamma con il suo nuovo compagno.
Ah, capiamoci: Swiffer, che conosce C, da circa sei mesi, si è già trafserito a casa di C, che peraltro è attaccata a casa mia.
La cosa, volgarmente parlando, mi ha rotto veramente le palle.
Non solo perchè Swiffer è un maniaco della pulizia, e a mezzanotte e mezzo venivo continuamente svegliata dal rumore del pulisci auto sotto camera mia, ma anche perchè..
No, in realtà, è perchè Swiffer è un maniaco della pulizia. E un salutista.
Io odio i salutisti.
. . .
E adesso, S. è diventato violento. Con sua mamma, con mia zia.
Che, esempio tangibile e reale della stupità umana (si presta a qualsiasi insulto vogliate attribuire alla nosgra razza) ha iniziato a dire che sua mamma (mia nonna insomma) non avrebbe SEGUITO ABBASTANZA S.
E che i suoi fratellli, M. e L. (mio babbo e l'altra mia zia) GODONO di questi suoi problemi familiari, sato che S. è appena ''scappato'' di casa (sempre che di un ragazzo di diciannove anni si possa dire di essere scappato di casa, chiaro).
Quindi, questo è quanto.
Un cugino che soffre, che è irrintracciabile e non si fa sentire.
Una famiglia a pezzi.
. . .
Un compagno inopportuno e salutista.
. . .





Hide and seek
Trains and sewing machines?
All those years they were here first

Oily marks appear on walls
Where pleasue moments hung before
The takeover, the sweeping insensitivity of this
Still life

Hide and seek
Trains and sewing machines
Oh, you won't catch me around here
Blood and tears they were here first

lunedì 3 settembre 2012

Questo è il mio primo post in assoluto in questo blog a cui sicuramente cambierò il nome.
E' il primo post, e vedrò di farla breve. Spero che qualcuno lo leggerà, sinceramente.
Altrimenti, continuerò a scrivere a vuoto, a scrivere a me stessa. O a me stesso.
Ecco, il fatto è che non sono pronta a dire chi sono. Il mio nome, la mia età, il posto dove abito.
La mia intenzione sarebbe quella di scrivere cose personali, talmente tanto personali che anche solo rivelare il mio nome mi metterebbe in imbarazzo. Ma forse l'avete già intuito. Profilo Google, indirizzo del blog.
Francesca. Ho XX anni, ho due genitori, una casa, degli amici. Una vita normale, no?
Felice. Più o meno. Sono una ragazza normale.
Con delle passioni normali.
Dei genitori normali.
Amici normali.
Non lo so , se ha un senso questo blog.
Voglio dire, ho una malattia.
Niente di importante, né di mortale, ma ho una malattia.
Che non sparisce, che non se ne va.
E poi ho una vita, normale, felice, sì, felice.
Piacere, sono Francesca, questo è il mio blog.